Misteriose sensazioni

scritto da Fresia
Scritto 2 mesi fa • Pubblicato 2 mesi fa • Revisionato 2 mesi fa
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Testo: Misteriose sensazioni
di Fresia

MISTERIOSE SENSAZIONI

L’ antica casa sorgeva a ridosso del monte, in un vicolo molto stretto del centro storico e in mezzo ad altri edifici non ancora del tutto ristrutturati.
Un cancello chiudeva il piccolo ingresso, che sul fondo mostrava la nuda roccia a cui l’abitazione pareva appoggiata.

Prima di suonare il campanello, Ingrid indugiò davanti a quel cancello e, attraverso le sbarre, si mise ad osservare l'interno. Ogni cosa, lì dentro, dava l'idea di appartenere ad un' altra epoca e la luce, che proveniva dal vicolo e dall’ esiguo spazio tra la casa e la roccia, creava una sorta di penombra misteriosa e affascinante al tempo stesso.

Finalmente, Ingrid si decise a suonare, il cancello si aprì e vide sua madre venirle incontro sorridente.
“Sono così felice del tuo arrivo!”, esclamò la donna cingendola con le sue esili braccia.

Per motivi di studio, la giovane era rimasta all’estero per lungo tempo e sua madre, nel frattempo, aveva cambiato residenza e aveva investito gran parte di una cospicua eredità per acquistare quell’ antico edificio.

Al termine dell’ abbraccio, Ingrid entrò e la madre, piena di entusiasmo, si accinse subito a mostrarle la casa. Dal punto di vista storico era sicuramente un immobile di grande valore. Ogni cosa dava l’idea di essere stata ristrutturata rispettando il più possibile l’aspetto originario e anche gli arredi erano stati scelti con cura.

Dopo aver pranzato, Ingrid prese possesso della sua nuova stanza. Era bellissima, ma scostando le pesanti tende color cremisi, l’unica vista che le apparve fu la grigia roccia del monte. La cosa suscitò in lei un’ impressione negativa e pensò che fosse meglio lasciare le tende chiuse e immaginare che al di là della finestra ci fosse un giardino.

Il resto della giornata trascorse tranquillamente e a tarda sera la giovane si ritirò in camera sua.
Il letto era comodo, ma Ingrid non riusciva a prendere sonno. C’era qualcosa che la inquietava in quella casa, anche se non aveva idea di cosa fosse. Pensò che potesse trattarsi del cambiamento che stava vivendo e si alzò per andare in cucina a prendere qualcosa da bere.
Le fioche luci conferivano un’aria spettrale all’ambiente e la donna cominciò a provare sensazioni difficili da comprendere, ma che le creavano subbuglio nello stomaco e che la costringevano a respirare affannosamente.
Non chiuse occhio quella notte, ma non volle dire nulla alla madre, non voleva assolutamente rovinare la sua gioia per quell’ abitazione da poco acquistata.

Nei giorni seguenti e soprattutto nelle notti seguenti, le sensazioni di Ingrid si fecero via via più inquietanti. Avvertiva qualcosa di strano e continuava a non capire di cosa potesse trattarsi. Non aveva mai creduto ai fantasmi e, in realtà, non sentiva né voci misteriose né sospiri né rumori sinistri. Eppure, c’era un’atmosfera indescrivibile in quel luogo, era qualcosa di impalpabile che aveva del soprannaturale e che le stava procurando una terribile e incontenibile ansia.

L’ansia crebbe ulteriormente quando, parlando con alcuni vicini, scoprì che proprio lì accanto sorgeva l’antico edificio che secoli addietro aveva ospitato l’abitazione del boia.
Ingrid cominciò veramente a pensare che la loro antica casa potesse essere infestata, ma poi cercò di recuperare la sua razionalità e disse a se stessa che si era fatta semplicemente suggestionare dai racconti che avevano per protagonista il boia della città e le sue  vittime.
Tuttavia, più tentava di scacciare i pensieri irrazionali che la stavano tormentando e più essi divenivano frequenti e inarrestabili.
A volte, durante la notte, si ritrovava madida di sudore, altre provava brividi intensi che la facevano tremare di freddo e paura e, quando si alzava dal letto, la flebile luce della lampada proiettava un’ombra sinistra sul muro, facendola sobbalzare ogni volta.   “È  semplicemente la mia immagine...", continuava a ripetersi nel vano tentativo di restare calma e lucida.

Pensò che avrebbe dovuto cercare informazioni su quella casa e poiché nei pressi si trovava l’archivio storico prese appuntamento per una visita. Nel frattempo, per conoscere meglio quella cittadina, Ingrid decise di dare un’ occhiata al museo civico.
Tra i vari oggetti esposti, un ritratto femminile attirò la sua attenzione. Si trattava di una donna molto bella, il cui sguardo pareva penetrarle nell’anima. Ingrid lesse che si trattava di una contessa.
Non capiva perché, ma quella donna le pareva familiare, era certa di averla già vista, anche se la cosa non aveva alcun senso.

Quel volto cominciò a perseguitarla e più volte tornò al museo per osservarlo meglio. 
All’ improvviso, mentre stava fissando il ritratto per l’ennesima volta, un fremito la scosse: gli occhi della donna, verdi grandi ed espressivi, le ricordavano in modo inequivocabile quelli di sua madre.
Piuttosto frastornata, Ingrid lasciò il museo, ripensando a quella strana coincidenza. “Un puro caso”,  si disse.

Alcuni giorni dopo, la visita all’archivio storico rivelò qualcosa di sconvolgente. Ingrid scoprì che la donna del ritratto aveva vissuto proprio nella casa appena acquistata da sua madre e che era stata condannata a morte per stregoneria.
Tuttavia, poco prima di essere giustiziata sul rogo, la presunta strega era misteriosamente sparita dalla sua cella e di lei non si era più saputo nulla.
Ripensando agli occhi della donna, decisamente simili a quelli di sua madre, le balenò il pensiero che la contessa potesse essere una loro lontana antenata e le venne spontaneo porsi delle domande. Era possibile che sua madre fosse al corrente di quella storia e che proprio per quel motivo avesse comprato la casa? Non aveva intenzione di chiederglielo, per nessun motivo voleva trasmetterle la propria ansia, ma inevitabilmente cominciò a pensare che le sensazioni misteriose che provava in quell’abitazione potessero essere legate alla presenza dello spirito della contessa.
Non si era mai interessata di stregoneria né di fantasmi e continuava a ripetersi che doveva smetterla di provare quell’ assurdo stato di agitazione per qualcosa che non aveva nulla di razionale.

Quella notte, però, fece uno strano sogno. Degli sconosciuti dicevano che la contessa, fuggendo, era caduta da una rupe e che la sua anima, non essendo stata purificata dal fuoco del rogo, avrebbe continuato a vagare senza pace nei secoli a venire. “Ci sto pensando troppo”, si disse Ingrid al risveglio.
Tuttavia, quel sogno la stimolò ad approfondire le sue conoscenze relative alla stregoneria e l’indomani, nella biblioteca cittadina, trovò una serie di volumi dedicati all’argomento.
Mentre si accingeva a prendere visione dei libri presenti, dallo scaffale ne cadde uno proprio ai suoi piedi. Dopo averlo raccolto e sfogliato sommariamente, Ingrid scoprì che si trattava di un romanzo che, in qualche modo, sembrava avere un legame con il sogno della notte precedente.
Incuriosita, lo prese in prestito e con grande interesse iniziò la lettura. Narrava di una  giovane sfuggita al rogo e morta durante la fuga. La sua anima maledetta era condannata a reincarnarsi continuamente in altre donne e avrebbe trovato pace solamente se una di loro fosse morta nella casa in cui la strega aveva vissuto. Ogni donna, posseduta dal suo spirito, di lei conservava lo sguardo e una particolare macchia sulla pelle.
Ingrid rabbrividì pensando agli occhi di sua madre e ad una piccola voglia che aveva vicino all’ orecchio destro.

Nonostante la volontà di rimanere razionale, la giovane tornò al museo e si mise ad esaminare con estrema cura il volto del ritratto. Non c’era assolutamente nulla accanto all’ orecchio, ma ecco che il suo sguardo catturò qualcosa che non aveva notato.
Ingrid trasse dalla tasca il suo cellulare e usandolo come torcia illuminò meglio la fronte della contessa. All’attaccatura dei capelli, anche se microscopica, c’era una macchia identica alla voglia di sua madre. “Troppo assurdo”, pensò, cercando di placare l'angoscia che si era impadronita di lei.
Eppure, con il passare dei giorni, si convinse sempre di più che tutto aveva un senso e che la contessa nel corpo di sua madre era  riuscita ad ottenere la sua antica casa per trovare finalmente la pace.
A causa di quella convinzione e della costante ansia che ne derivava, la giovane avrebbe voluto andarsene, ma la madre la pregò di non lasciarla sola nuovamente.

Una sera, la donna ebbe un malore. Teneva una mano sul petto, ansimando e i suoi occhi erano pieni di terrore. La situazione pareva grave e Ingrid avrebbe dovuto chiamare immediatamente i soccorsi.  “No”, pensò tra sé con un' incredibile lucidità, “non negherò a quest’anima la pace tanto agognata. Se mai dovesse morire in ospedale l’acquisto di questa casa sarebbe stato inutile e tutto ricomincerebbe di nuovo”.
Quando chiamò l’ambulanza, ormai non c’era più nulla da fare. Ingrid era  sconvolta e profondamente addolorata, ma in cuor suo sapeva di aver fatto la cosa giusta.

Pianse infinite lacrime quella notte e, il mattino seguente, si alzò presto: c’erano molte cose da fare per organizzare il funerale.
Prima di uscire si sedette davanti allo specchio dell' antico comò per darsi una sistemata ai capelli. 
All' improvviso, il suo volto riflesso cominciò a trasfigurarsi. I suoi lineamenti, lentamente, divennero identici a quelli della contessa, i suoi occhi castani diventarono verdi e sulla fronte apparve una minuscola macchia.
Ingrid era incredula, angosciata, incapace di muoversi...

Poco dopo, il riflesso nello specchio tornò come prima, ma la donna, piena di rimorso per non aver fatto in modo di evitare una vana e prematura morte, ebbe la certezza che l’anima della contessa senza pace non si era reincarnata in sua madre. 
Quell’anima era proprio dentro di lei.

Misteriose sensazioni testo di Fresia
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